Chi è Edoardo Donnamaria

Edoardo Donnamaria, romano, classe 1992, appartiene a quella generazione che ha imparato a muoversi tra più linguaggi senza mai scegliere un’unica etichetta: tv, radio, musica, social.
La sua storia professionale è il racconto di un ragazzo che parte da una formazione “seria” – la laurea in Giurisprudenza a Milano – e sceglie consapevolmente di deviare dalle strade più prevedibili, trasformando la parola, l’ironia e l’esposizione mediatica nel proprio mestiere.
Da studente di legge che scrive su un blog di attualità, Edoardo finisce negli studi di Forum, il tribunale televisivo di Canale 5 dove dal 2017 diventa uno dei volti giovani accanto a Barbara Palombelli. È lì che impara a stare in camera, a reggere i tempi televisivi, a essere al tempo stesso presenza riconoscibile e “spalla” di un marchio storico, costruendosi un seguito che lentamente si sposta anche sui social. Parallelamente approda in radio, prima su RTL 102.5 e poi su Radio Zeta, dove sperimenta una dimensione diversa: quella dell’ascolto quotidiano, del contatto diretto con il pubblico, della parola che arriva senza filtri nelle case e nelle macchine di chi lo segue.
La partecipazione al Grande Fratello Vip 7 segna il passaggio più esposto e controverso della sua traiettoria. Dentro la Casa, Edoardo si mostra per ciò che è: impulsivo, passionale, spesso divisivo, lontano dall’immagine levigata di certi personaggi costruiti a tavolino. È proprio questa spontaneità a trasformarlo in uno dei protagonisti dell’edizione, nel bene e nel male, fino alla squalifica per eccessi verbali che rivelano anche il suo lato più fragile e reattivo. Nella prospettiva autobiografica, quel passaggio appare come una frattura ma anche come un punto di non ritorno: la consapevolezza che la visibilità estrema chiede un prezzo alto e ti costringe a fare i conti con i tuoi limiti caratteriali.
Dopo il reality, Edoardo non si ritrae ma rielabora: rientra nel suo perimetro professionale tra tv e radio, e soprattutto decide di dare più spazio a una passione che lo accompagna da sempre, la musica. Con il nome d’arte Drojettepubblica singoli che mescolano attitudine cantautorale e sonorità contemporanee, raccontando in maniera indiretta il suo vissuto, tra ironia e vulnerabilità. I tatuaggi che porta addosso – da Pinocchio a Goku, dal pallone con la scritta Futbol es vida al martello del giudice – sono la mappa visibile di un’identità ibrida: il ragazzo di Roma cresciuto a pane e calcio, lo studente di diritto, il volto tv, lo speaker radiofonico, l’aspirante cantautore.
La recensione del suo percorso, letta in chiave personale, restituisce il ritratto di un trentenne che non ha paura di esporsi, sbagliare, essere giudicato, e che continua a cercare un equilibrio tra il bisogno di riconoscimento e il desiderio di autenticità. Edoardo Donnamaria non è un personaggio “perfetto”: è un work in progress, un racconto aperto dove ogni esperienza – dal blog universitario agli studi di Forum, dai microfoni radiofonici alla casa del GF Vip, fino alle canzoni pubblicate – diventa un capitolo di un’autobiografia ancora in scrittura.
