FABIOLA CIMMINELLA MAMMA

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E’ stato un anno ricco di novità questo 2020 per Daniele Muscariello e Fabiola Cimminella.

La coppia ad inizio anno ha scoperto di essere in attesa di Nathan che è arrivato a fine settembre. Adesso il bambino ha due mesi e mezzo e nonostante Fabiola non abbia proprio intenzione di separarsene, arrivano per lei già i primi impegni di lavoro. Infatti la vedremo presto nello short-movie Naik che le ha regalato una grande soddisfazione professionale…

Fabiola che cosa è cambiato per te come donna da quando è nato Nathan Marte?

Sono sempre stata una donna molto indipendente, mentre appena nato mio figlio è sopraggiunto un senso materno che ha fatto cambiare le mie abitudini, si tratta di un istinto che ti viene da dentro e che ti cambia la vita.

Come si manifesta questo senso materno di cui parli?

Esiste solo il tuo bambino, e anche te stessa passi in secondo piano.

Quali sono le piccole gioie che condividi con Nathan?

Quando mi sveglio lo guardo crescere, sorridere, ogni giorno diventa il più bello della mia vita. Ci si può rivolgere a qualsiasi pediatra, alla propria mamma e ai conoscenti che hanno già avuto figli, ma l’esperienza da mamma è unica: solo io so esattamente di cosa ha bisogno esattamente Nathan, e conosco il modo per assecondarlo.

 

Cosa ti piace della nuova vita da mamma?

Sto crescendo anche io insieme a lui, soprattutto perché trattandosi del mio primo figlio molte cose le faccio anche io per la prima volta.Fortunatamente sono riuscita ad allattarlo per circa un mese e mezzo, poi quando il latte non bastava più sono dovuta ricorrere al latte artificiale. Ancora però devo rilassarmi perchè ho molte paure legate alla gestione del bimbo. Dorme nella culla anche se nell’ultimo periodo ho notato che dormendo tra me e Daniele ( Muscariello ndr ) riesce a dormire più ore senza svegliarsi. Anche perchè riesco a riposare anche io maggiormente.

Appena nato è stata dura?

Il primo mese ero distrutta: dolori di schiena, cervicale, ossa. Sto riprendendo adesso qualche energia, ma credo che mi riprenderò completamente la prossima estate.

Come gestisci le tue giornate?

In questo periodo mi sto dedicando solo a Nathan, non riesco a lasciarlo con nessun altro. Forse solo una volta ho approfittato della presenza di mia madre a Roma e me ne sono staccata per un’ora, durante la quale l’avrò chiamata come minimo una volta ogni minuto ( ride ). E’ un attaccamento viscerale, è un qualcosa che ogni mamma prova quando da alla luce un figlio, e lo rifarei altre mille volte perchè è un’avventura bellissima. Ci vuole molta forza psicologica, ricordo ancora le nottate in cui non mi reggevo in piedi, però Nathan mi dava la forza per accudirlo. Ma siamo felici così, il papà è molto presente soprattutto appena torna da lavoro si occupa del bambino, lo fa mangiare, così io posso riposarmi un pò o dedicarmi ad altre cose del menage quotidiano.

Hai scoperto altri lati di te con questa maternità che prima non conoscevi?

Io ho trenta anni e credo sia il momento giusto per avere un figlio perchè a quest’età si ha un approccio diverso alla vita, una maturità diversa. Ho scoperto di essere una persona molto ansiosa, e mi sto già preparando a lavorare molto su questo aspetto perchè so che con Nathan può essere un aspetto negativo.

Sei stata protagonista di uno short-movie internazionale per la regia di Mauro Russo. Come ti sei preparata a questo ruolo?

Naik è stata un esperienza molto interessante perché ha un respiro internazionale. Per la mia carriera questo short-movie è stato fondamentale intanto perché è stata la prima volta in cui ho recitato in lingua inglese; per questo ruolo infatti mi sono preparata con un coach, una madrelingua inglese per circa un mesetto.

Che clima si era creato sul set?

Siamo stati bene durante tutto il periodo delle riprese, si era creata una situazione così familiare che ci è dispiaciuto separaci quando le riprese sono terminate.

E’ un corto che affronta una tematica sociale molto interessante. Ci puoi svelare qualcosa?

Il soggetto è molto particolare, si parla di dipendenza dalle nuove tecnologie, dell’ossessione di essere sempre al passo con le novità del momento, senza curarsi delle conseguenze. Il corto strizza molto alla cultura cinematografica, con diversi elementi come le locandine nella camera del protagonista, le stesse scarpe che ricordano quelle di “Ritorno al futuro”, l’azienda produttrice delle scarpe che si chiama Skynet, e altre cose.

Mentre rispetto al tuo personaggio cosa ci puoi anticipare?

Ho il ruolo di una commessa stronza all’interno di un negozio di scarpe, e sarà proprio questa commessa a influenzare in maniera ammaliante l’acquisto di questa scarpe da parte del protagonista.

Nathan respira aria di cinema in famiglia, tra la mamma attrice e il padre produttore cinematografico. Lo avete già portato sul set? 

Si, i primi 15 giorni di vita di Nathan siamo andati tutti insieme sul set di un film che dovevamo chiudere come Henea productions, sotto consiglio della pediatra chiaramente, ed è stata un’esperienza bellissima.

 

E se dovesse arrivare in un ruolo in un film come gestiresti Nathan?

Partiamo dal presupposto che non mi fido delle baby-sitter, e se dovesse capitare un lavoro chiederei l’aiuto di mia mamma e al massimo di mia sorella.