SIMONE IODICE DIVENTATO FAMOSO GRAZIE AL SUO CORAGGIO

Lui si che capisce le donne. Sempre attento alle necessità del pianeta femminile tanti da aver fondato Brand di lusso per le Femmine che hanno stile. amato dalle donne per le sue stupende bags Severe Gusts Italy.

Amato anche dagli uomini per il suo programma VIP schietto e diretto. Amato da tutti per la sua trasparenza e lealtà. Da Campano doc ha puntato la sua vita sui valori veri che lo contraddistinguono dalla massa.

Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato per noi, oggi, Simone Iodice .

 

Simone Iodice è un designer giunto al successo grazie alle borse, agli zaini, ai borsoni… e non solo, che produce con il suo super brand di lusso. Ha puntato sulla qualità dei materiali e sull’innovazione stilistica. Viene da Ischia e siamo curiosi di sapere cosa ne pensa dell’attuale governo e di quanto sta accadendo in Italia in questo periodo su temi scottanti come la docu-serie Netflix su Wanna Marchi e Stefania Nobile.

 

Ilaria – Si parla tanto di Meloni. Tu da amante del gentil sesso cosa pensi di Lei?
Simone – È una Donna con la D grande. Sono felicissimo per Lei. Sono certo farà grandi cose per la nostra Nazione. Ha dimostrato in questi anni di essere una persona dinamica e seria. Quando sento e leggo cazzate sul suo conto mi imbestialisco. Giorgia Meloni vuole rimettere il “Made in Italy” al centro del mondo e ciò mi fa piacere.

Ilaria – Oggigiorno il consumatore che acquista un bene “Made in Italy”, cosa compra?
Simone – Qualcosa che, rispettando il Codice doganale dell’Unione europea, abbia avuto la sua ultima trasformazione o lavorazione sostanziale in Italia. Però ti aggiungo: Cosa sa delle materie prime utilizzate per produrre il bene? Cosa sa delle condizioni di lavoro dei produttori? Ed infine, cosa sa dell’impatto ambientale delle lavorazioni precedenti a quella che ha determinato legalmente l’origine geografica? Molto poco, per non dir nulla. Sarebbe allora un progresso poter incorporare queste informazioni in un marchio diverso da quello geografico. Un marchio che racconti non più soltanto del luogo, ma del modo, ovvero del saper-fare che è frutto di una specifica e tuttora viva civiltà, quella italica.

Ilaria – A tal proposito vi è un imprenditore, tuo correggionale, che tu stimi particolarmente?
Simone – Sì. Più di uno a dire il vero. Il primo sicuramente è il titolare del brand D-Style, il Maestro Domenico Auriemma.

Ilaria – Tu con tua moglie ti occupi anche di gatti, tema particolarmente caro alle donne. Raccontaci…
Simone – Sei ben informata. “Aenaria” è il Top. Mia moglie ama i felini ed io non potevo certo non offrirle il mio appoggio per questo suo sogno. Un marito dev’essere per la propria Donna tutto. Ci completiamo vicendevolmente. La risposerei altre mille volte.

Ilaria – Nel mondo del gossip, ogni giorno scoppiano almeno dieci coppie note, tu che sei il Re del gossip lo sai benissimo. Quale il tuo parere a riguardo?
Simone – La perdita di valori, la troppa libertà, i social hanno minato la stabilità di tanti. Si crede erroneamente che il cambiare partner periodicamente renda fighi. Io non penso sia così. Essere fighi oggi è rimanere con la stessa moglie e riuscire a raggiungere traguardi come il 25esimo anniversario di matrimonio. Per i più longevi anche il 50esimo. Ad esempio, mi è dispiaciuto tantissimo che Ilary e Francesco non stiano più insieme così come ci rimasi da schifo quando si lasciarono Albano e Romina.

Ilaria – Dalle tue parole si evince tanta sensibilità ed umanità. Sei “merce rara” direbbe qualcuno.
Simone – Gli Uomini sono quelli che trattano le donne come regine e non come schiave. Questi valori li trasmetto ai miei figli.

Ilaria – È la tua prima intervista su questa nostra testata giornalistica nazionale. Sei felice?
Simone – Sì. Oltre al mio impegno in radio in “All Music” con buone probabilità potrete vedermi anche nel team delle Iene prossimamente. Storico programma che ha messo in luce tante “mascalzonate”, proprio come fanno con grande professionalità i Grandi di “Striscia la notizia”.

Ilaria – Su Netflix impazza la mini serie su Wanna Marchi. L’hai vista?
Simone – Sì. Storia assurda. Sai credo che la verità la sappiano solo i protagonisti. Non mi erigo a “Ponzio Pilato”. Spero solo che tutti possano trovare equilibrio e pace.
La docu-serie in quattro episodi di Netflix ci mette di fronte a un’amara verità: la più grande televenditrice italiana vivente non è pentita di quello che ha fatto, ma non poteva chiedere di meglio che (ri)apparire davanti al suo pubblico. torre fortificata per tenere alla larga curiosi e turisti, ma una cittadina di neanche quindicimila abitanti nel cuore dell’Emilia. Si chiama Ozzano, ed è lì che l’impero Wanna Marchi ha preso vita, dapprima con un negozio di cosmetica e poi con una base operativa che negli anni l’ha portata a diventare la più grande televenditrice italiana vivente, virago che senza grazia e senza cultura è riuscita a convincere milioni di persone a comprare le sue creme e ad affidarsi al suo mago perché in quella voce gracchiante e in quei capelli impalcati di lacca quelle milioni di persone vedevano una luce nel mare buio della scontentezza.

Ilaria – Quand’è che questo impero è nato, e quand’è che qualcosa ha iniziato a incrinarsi fino ad arrivare alla disfatta che tutti conosciamo?
Simone – Wanna, la docu-serie scritta da Alessandro Garramone con Davide Bandiera, diretta da Nicola Prosatore e disponibile su Netflix, risponde a queste domande con interviste, filmati che ci riportano alla memoria l’Italia volgare e spendacciona degli anni Ottanta, e lei, Wanna Marchi, che, scontata la pena di 9 anni e 6 mesi per bancarotta fraudolenta, truffa aggravata e associazione per delinquere, è di nuovo davanti alle telecamere per fare la cosa che le è sempre riuscita meglio: vendere sé stessa.

Ilaria – Vuoi aggiungere altro?
Simone – Nei 4 episodi di Wanna, realizzati attraverso 22 testimonianze e raggruppando circa 60 ore di interviste, assistiamo al cortocircuito più grande dell’operazione messa in cantiere da Netflix e realizzata con grande cura e grande rispetto: la protagonista della vicenda non ha accettato di comparire in tv per chiedere perdono o per riabilitare la sua immagine pubblica, ma semplicemente per (ri)apparire. L’hanno chiamata per raccontare la sua storia e lei lo ha fatto, seguita come sempre da sua figlia Stefania. Hanno pagato per il loro crimine davanti alla legge, certo, ma loro credono ancora di essere state vittime di un’ingiustizia, ed è per questo che il sentimento che si prova quando si finisce Wanna è di sgomento e nervosismo.

Ilaria – Chiacchierata è anche un altra donna del piccolo schermo. La concorrente del GF VIP…
Simone – Una sola? Mi fai ridere. Nella casa più di una donna ha agito con poco rispetto per sé stessa. Da uomo ti dico che la moglie del milionario non avrebbe dovuto mai e poi mai mettere in piazza la vita privata di coppia che avevano concordato. Non sono maschilista, ma ammetto che alcune persone sono poco serie.

Ilaria – Nella tua rubrica in radio chi speri di intervistare la prossima settimana?
Simone – Curiosona. La sparo grossa? Chiara Ferragni e Fedez. Gli fare domande piccantissime.

Ilaria – Vuoi salutarci con un augurio?
Simone – Sì. Amatevi a prescindere da tutto e tutti perché ognuno di noi è un essere speciale.